Quando si parla di contenzioso tributario si sta parlando di un procedimento giurisdizionale che ha come oggetto le controversie di natura tributaria, tra il contribuente e l’amministrazione finanziaria.
Continua a leggere questo articolo di Studio Giorgio per saperne di più e per capire come funziona il contenzioso tributario in Italia.
Contenzioso tributario, che cos’è e come funziona
Il contenzioso tributario fa capo alla normativa della legge delega 30/12/1991 n.413 (art.30) e delegato attuativo 31/12/1992 n.546.
Secondo queste legislazioni, se un soggetto ritiene di avere subito un torto dall’Agenzia delle Entrate o da un altro ente pubblico può contestare il provvedimento facendo ricorso presso la Commissione tributatia locale.
Per poter procedere c’è bisogno di chiarire alcuni passaggi, partendo dal fatto che innanzitutto l’atto notificato deve essere impugnato entro 60 giorni dalla comunicazione ricevuta dal contribuente. La domanda di rimborso deve essere fatta presso la Commissione tributaria e inviata anche all’istituto che ha emesso l’atto. Qui devono venire specificati:
- l’atto da contestare
- l’ufficio responsabile di avere emesso l’atto illegittimo
- oggetto della domanda
- le motivazioni del ricorso
- la Commissione tributaria di riferimento
- codice fiscale del contribuente
- l’avvocato tributarista e la relativa PEC
Nonostante il ricorso però non vengono sospesi direttamente gli effetti giuridici provocati dall’atto ritenuto illegittimo. Se il contribuente dimostra che tali provvedimenti gli provocano un danno irreparabile, può chiederne la sospensione. Fate attenzione però perché la richiesta deve essere motivata e deve essere comunicata nei sei mesi successivi alla data in cui è stata presentata. Inoltre, nel contributo tributario ci sono dei costi da sostenere (e quindi non sempre è vantaggioso) pari a:
- 30 €: se le controversie non superano 2.582,28 euro
- 60 €: per controversie tra 2.582,28 e 5.000 euro
- 120 €: se non è possibile determinare un valore preciso o se è compreso tra 5.000 e 25.000 euro
- 250 €: per controversie tra i 25.000 e 75.000 euro
- 500 €: per controversie tra 75.000 e 200.000 euro
- 1500 €: se il valore supera i 200.000 euro
Infine, è bene ricordare che la sentenza emessa dalla Commissione tributaria provinciale è di primo grado, e si possono quindi chiedere ulteriori gradi di giudizio se il risultato non ci aggrada